mercoledì 21 marzo 2007

ARTICOLO LODOLINI SU PROGRESSO CHIARAVALLE




IL CONGRESSO dei DS sarà una grande occasione di dibattito con la società italiana. Punto cruciale della Mozione Fassino, come lo stesso titolo sottolinea, il cammino verso il Partito Democratico.
La fragilità del nostro sistema politico genera un’incertezza dalla quale da anni non riusciamo a liberarci.


È una sensazione che nasce dalla frammentazione politica, dall’incertezza di un paese refrattario alle riforme, da un sistema istituzionale ingessato. Discutere oggi del nuovo soggetto riformista significa offrire al paese una risposta alta a questa precarietà politica.


Questa è la vera sfida che ci attende, nella quale dobbiamo avere il coraggio di gettarci con passione e determinazione.


Vogliamo costruire un partito forte in tutto il paese. Il nostro partito è un partito che territorialmente non ha una forza omogenea. Esso continua ad avere un carattere analogo nei risultati elettorali agli altri grandi partiti del socialismo europeo soltanto in alcune regioni, quelle del centro Italia, fra le quali la nostra. Ma nel resto del paese il partito è molto al di sotto di questi valori e nonostante le trasformazioni che abbiamo compiuto in questi anni in nessun modo siamo riusciti ad invertire questa tendenza. È indubbio che se vogliamo riuscire a fare le riforme necessarie all’Italia dobbiamo porci l’obiettivo di colmare questo limite. Ad oggi soltanto l’Ulivo ci ha dimostrato di esserne in grado. L’Ulivo elettoralmente è un partito di dimensione europea su tutto il territorio nazionale.


Vogliamo fare un partito più grande e moderno, non sciogliere i Ds. Questo è senza dubbio il punto. Il che significa che i nostri iscritti saranno chiamati a deliberare di voler essere partecipi del processo costituente del Partito Democratico. Noi siamo per un partito democratico che sia un partito più forte, non un partito più leggero.


Un partito nel quale non si mettano in contraddizione le sezioni e i gazebo ma che punti invece a fare più sezioni e più gazebo anche perché, come abbiamo visto, dove ci sono più sezioni ci siano anche più gazebo. Per questo ci vuole la massima apertura che ci permette di entrare in contatto con tutte le realtà associative e con i singoli cittadini che sono interessati a questo progetto. Occorre favorire i percorsi partecipativi come le primarie. Dobbiamo avere l’ambizione di costruire un partito più grande e moderno, capace non solo di far vivere, ma anche di ridare piena legittimazione alla forma partito. Credo che passi anche da questo quella necessità di rilegittimazione della politica e delle istituzioni che vogliamo riportare al centro del dibattito del paese.Vogliamo rafforzare il Partito Socialista Europeo, non uscirne. Questo dibattito sulla nostra collocazione internazionale è una questione seria e in nessun modo deve essere condotto in maniera forzata e ideologica.


Il Pse deve essere per noi una certezza ma anche una casa aperta. Serve dunque un grande partito riformista, popolare, radicato sul territorio e di impronta federalista, legato al socialismo europeo, in grado di affrontare le sfide globali del lavoro, fondato sul valore della laicità democratica ed aperto al multiculturalismo.Vogliamo un percorso che porti tutti i Ds e tutti i riformisti in questo soggetto. Credo che sia importante da subito definire il percorso costitutivo del nuovo partito caratterizzandolo per una grande apertura alla società e a tutte le forze interessate.Io penso che parlare di Federazione non sia sufficiente. La Federazione può essere il mezzo e non il fine. Il percorso costituente sarà scandito da tappe e scelte a cui i partiti concorreranno, decidendo insieme i profili politici e organizzativi necessari. La Federazione non può essere un approdo, anche perché essa restringerebbe ancor più la nascita del nuovo soggetto ai soli partiti esistenti. Per fare la Federazione basterebbe l’ultimo congresso e l’Ulivo che c’è già. Tuttavia, scegliendo con chiarezza di fare il nuovo soggetto, è possibile immaginare che la fase costituente abbia un carattere federativo aperto capace di valorizzare il contributo di tutte le forze che vogliono costruire il Partito dell’Ulivo. L’Ulivo è un progetto per il futuro. E’ la possibilità di innovare la politica e dare un riferimento ai milioni di elettori che non si riconoscono nei partiti tradizionali. Ma non solo. Faccio un esempio: il 9 e il 10 di aprile hanno votato 2 milioni e 900 mila nuovi elettori, che nel 1989 avevano tra 1 e sei anni, vale a dire i nati tra l’83 e l’88.Dal prossimo anno avranno diritto al voto i nati nel 1989. Parliamo di una generazione figlia di un altro mondo, di una generazione che guarda al mondo con altri occhi. Di una generazione, che è capace di andare al concerto del Primo Maggio e di muoversi ed organizzarsi per la Giornata Mondiale della Gioventù. E’ la generazione incontrata più volte nella Marcia Perugia Assisi. E’ la generazione che ha conosciuto la politica attraverso l’Ulivo, che ha provato interesse per una politica di apertura e di partecipazione, che ha ingrossato il popolo delle primarie dello scorso autunno, che alle ultime elezioni ha reso l’Ulivo più forte dei partiti che la componevano.Mi auguro che i Ds sappiano essere protagonisti della fase costituente in maniera unitaria. Perché c’è bisogno di tutti per fare un partito più grande e capace di rispondere a quella finalità alta che ci siamo prefissi.



Pubblicato sul Progresso Chiaravalle n. 1/2007 di Marzo 2007

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